Sino alla fine degli anni Cinquanta, la pesca in mare non professionale era un hobby particolarmente faticoso per gli appassionati. Il litorale del Comune di Santo Stefano al Mare era piuttosto impervio e per accedervi con qualsiasi natante esistevano solamente due piccole spiagge di ciottoli, una di fronte alla piazza della Chiesa, sul cui limite a terra sorgeva un argano a palo, e l’altra di fronte a piazza Aurelio Saffi.

I pochi appassionati esistenti allora dovevano spingere la barca in acqua, remare per recarsi sul posto di pesca e, al ritorno, tirare la barca in secca usando i “paai”, pezzi di legno tondo o quadrato preventivamente ingrassato con la sugna, per poi ricoverarla il più distante possibile dall’acqua sulla spiaggia di ciottoli sperando sempre di incontrare qualche volenteroso che desse una mano a tirare la barca in salita. Il mare a quei tempi era pescoso e il divertimento era sicuro, però la fatica era molta. Quando in mare ti prendeva il vento, bisognava saper remare per ritornare a terra, tirare in secca la barca e ricoverare in un posto sicuro gli attrezzi e i remi.

Alla fine degli anni Cinquanta, l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Baixin riesce a far intervenire lo Stato, attraverso il Genio Civile Opere Marittime, per la costruzione delle prime due dighe frangiflutti a difesa dell’abitato. Una volta concluse le opere, finalmente parte del litorale di Santo Stefano al mare può disporre di due piccoli specchi d’acqua che, all’occasione, possono dar riparo alle piccole imbarcazioni.

Nel frattempo la situazione economica tra gli abitanti migliora: la floricoltura tira bene, il commercio si sviluppa, iniziano i primi interventi edilizi ed incomincia timidamente a prendere piede il turismo, anche se solo della seconda casa. La congiuntura incoraggiante favorisce l’aumento del numero dei natanti, non si naviga più a remi ma con il motore, per la maggior parte fuori bordo. Ma se da un lato si sviluppa la pesca cosiddetta sportiva, subacquea e di superficie, dall’altro si presenta il problema di organizzare sia in mare che a terra la sistemazione dei natanti.

Sorge allora un embrione di associazione, un club di pescatori dilettanti che vede come animatore principale Marcello Rapellini, impresario edile di origine sanstevasca. La sede provvisoria è presso il bar “la Grotta marinara” gestito all’epoca da Giuseppe Berrino, anch’egli appassionato di pesca al bolentino. Siamo agli inizi degli anni Settanta.

Per rendere funzionale il piccolo approdo che si è creato a fronte di un tratto del lungomare Gerolamo da Santo Stefano, in corrispondenza del bar “La Grotta marinara”, si devono eseguire lavori indispensabili per una pur minima agibilità dell’opera. Questo porta allora alla necessità di creare una vera associazione con personalità giuridica, al fine di essere rappresentata nei confronti dell’Ente locale e dei vari Enti competenti sul Demanio Marittimo.

Dall’atto di costituzione:   “In data 25 marzo 1972, presso il Dott. Dario Vietri, notaio in Ventimiglia, nello studio del notaio Anfossi, in Arma di Taggia, i Sigg. Rapellini Marcello, Garruti Francesco, Faraldi Giuseppe, Berrino Giuseppe, Garibaldi Cristoforo, Ventilii Guerino, Foschini Pietro, Giorgianni Saverio, costituiscono l’Associazione denominata L’ANCORA – pescatori dilettanti di Santo Stefano al mare – con sede in Santo Stefano al mare, per ora in via Lungomare Gerolamo da Santo Stefano n° 5”.

Dal libro dei soci:

Soci fondatori i Sigg. Biancheri Emilio, Garibaldi Cristoforo, Berrino Giuseppe, Gogioso GioBatta, Ventilii Guerino, Borghesio Carlo, Rapellini Marcello, Saffioti Salvatore, Verna Adamo, Giusti Pietro, Sardo Enrico, Zunino Erino, Folco Cristoforo, Garruti Francesco, Foschini Pietro, Faraldi Giuseppe, Marsilli Dino, Di Davide Giacomo, Rapellini Renato, Gogioso Francesco.

Creata l’Associazione, con regolare Statuto, libro dei soci, regolamento operativo e quote sociali, si iniziano i lavori per rendere più agibile il piccolo approdo. Viene costruito uno scivolo che permette ai natanti di accedere, dal lungomare all’area di ormeggio, inoltre viene costruita una piccola banchina in calcestruzzo, anche per sistemarvi una gru elettrica che consenta lo spostamento rapido dei natanti dal mare a terra e viceversa.

Intanto l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Sbarbaro, da il via ai lavori per la prosecuzione del lungomare Gerolamo da Santo Stefano, lavori che creeranno una viabilità a mare passando a sud della torre saracena e realizzando un grande piazzale protetto da scogliera e da un discreto molo orientato a levante.

Nel frattempo l’Associazione L’ANCORA si fortifica passando dai venti soci fondatori del 1972 ai 141 soci nel 1978. Si dota di una sede affittando un ampio locale in via Genova dove, oltre lo svolgimento delle regolari funzioni statutarie, si realizzano delle sedute gastronomiche favolose a base di pesce pescato dai soci. Celebri quanto indimenticabili le spaghettate a base di sugo di gronco realizzate da Franco Parlatore.

Non essendo più sufficiente lo specchio d’acqua iniziale visto il notevole numero di soci, l’Associazione ne trasferisce una parte a ridosso del nuovo molo creato a difesa del piazzale a lato della torre saracena e, nell’occasione, si dota di alcuni pontili galleggianti realizzati in maniera artigianale. Purtroppo per L’ANCORA, ma forse bene per il paese, la soluzione di ripiego durerà poco a causa dell’insabbiamento.

Il 1978 è l’anno del cambiamento: a causa di scandali, veri o presunti, cambia l’Amministrazione Comunale. Se ne insedia una nuova guidata dal Sindaco Filippi. Cambiano le prospettive senz’altro più proiettate verso il futuro. Negli anni Settanta nel territorio comunale si è edificato a ritmo tumultuoso, in un paese di 2.200 abitanti si sono costruite case per 12.000 persone. Sembra giunto il momento di darsi una calmata e pensare ai servizi per gli abitanti, residenti e non; e fra i servizi figura anche la sistemazione del litorale che rappresenta la cassaforte dove è conservata la fortuna del nostro paese.

In quell’anno è ministro dei lavori pubblici l’On. Stammati il quale decide di destinare gli avanzi di amministrazione del ministero al settore delle opere marittime. Le antenne dell’Amministrazione Comunale funzionano a meraviglia: in quindici giorni si redigono i progetti per la costruzione di dighe frangiflutti a protezione del centro abitato, si inoltrano al Genio Civile di Imperia -che al tempo esisteva ancora- e da questi al Genio Civile Opere Marittime di Genova. Inoltre si da il via all’iter burocratico per la costruzione di un porto turistico capiente di 900 imbarcazioni, costruzione da realizzarsi nel tratto di litorale compreso tra l’albergo “la Lucciola” e il confine col Comune di Cipressa, in zona Aregai. L’iter burocratico sarà estenuante, con difficoltà di ogni genere. Dovranno passare dieci anni per arrivare ad avere tutte le autorizzazioni necessarie però, alla fine, la “Marina degli Aregai” vedrà la posa del primo scoglio.

Per quanto riguarda il resto, tutto va a gonfie vele. All’inizio del 1979 parte la prima diga prospiciente piazza Aurelio Saffi e nei successivi anni seguiranno le altre quattro sino al confine con Riva Ligure. Da notare che, su insistenza dell’Amministrazione Comunale, le dighe frangiflutti saranno tutte costruite ad oltre cento metri dalla battigia, su di un fondale medio di quattro metri e mezzo.

Costruita la prima diga di fronte alla piazza A.Saffi, si rende disponibile un ampio specchio d’acqua mediamente protetto e facilmente fruibile.

L’Associazione L’Ancora decide allora di trasferirvi l’ormeggio per le barche dei Soci, ottenendo il benestare dell’Ente Locale e di tutti gli Enti competenti sulle aree demaniali. L’autorità marittima concede all’Associazione di occupare una zona di demanio marittimo della superficie di 415+954 metri quadrati di specchio acqueo di fronte alla piazza Aurelio Saffi allo scopo di realizzare un pontile galleggiante della superficie di 120 metri quadrati, una banchinetta di 295 metri quadrati con gru semovente ed uno specchio acqueo asservito di 954 metri quadrati.

Per qualche anno l’Associazione funziona bene, malgrado qualche disfunzione specialmente in occasione di piccole o grandi mareggiate, ma purtroppo non esiste un’area di parcheggio a terra per i natanti e per i pontili. Iniziano controversie tra i Soci ed una parte di essi si trasferisce nella nuova zona in località Santa Caterina, creando la nuova Associazione Santa Caterina e ottenendo pure la concessione demaniale marittima per la posa di gavitelli in mare e per le aree di parcheggio a terra.

Per quanto concerne invece l’Associazione L’ANCORA, il Presidente Marcello Rapellini unitamente ai suoi più diretti collaboratori lasciano l’incarico (all’epoca il direttivo dell’Associazione era costituito da il Presidente, un segretario e tre consiglieri). Si avvicendano alla Presidenza, per brevi periodi, i soci Persico, Parlatore, Camperi ed infine il Cav. Claudio Palma.

Il Presidente Palma, ex dirigente FIAT in pensione, con casa a Santo Stefano al mare, inizia una grande ristrutturazione dell’Associazione in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Riunisce le due associazioni esistenti e, in concerto con l’Amministrazione Comunale, definisce che l’approdo definitivo dei pescatori sportivi sarà ubicato in regione Santa Caterina.

Siamo nell’anno 1987, i Soci risultano n° 98 di cui il 42% residenti a Santo Stefano al mare.

Le concessioni demaniali delle precedenti due associazioni vengono accorpate e trasferite in località Santa Caterina con il beneplacito della sezione Demanio della Capitaneria di porto e della Circoscrizione Doganale di Imperia.

La struttura fisica dell’approdo, creata con varie benevolenze in fase di costruzione, si presenta come un piccolo porto con la particolare caratteristica dell’entrata a ponente, che si rivelerà in futuro indovinata per ridurre l’insabbiamento.

Ora l’Associazione ha un approdo in forma grezza, da abbellire e rendere funzionale.

Sotto la guida del Presidente Palma e con la collaborazione fattiva ed entusiasta di tutti i Soci, si da il via ad importanti lavori di sistemazione dell’approdo. Si eleva di circa un metro la diga foranea, si creano le banchine, si posano le catenarie per gli ormeggi, si abbellisce la zona a terra con la piantumazione di alberi e con la creazione di aiuole e la posa di un box per il deposito dei materiali d’uso. Si esegue inoltre un funzionale impianto di illuminazione che rende agibile l’approdo anche di notte. Il tutto con l’apporto economico di una buona e oculata gestione e il finanziamento diretto di tutti i Soci.

All’inizio del 1991, in occasione dell’Assemblea ordinaria dei Soci, considerata l’importanza della struttura, realizzata a totale carico economico dall’Associazione e la sua valenza, oltre che per l’esercizio della pesca sportiva, anche come struttura turistica, si decide di trasferire all’Amministrazione Comunale la concessione demaniale. Seguirà una trattativa che si concluderà, attraverso deliberazione del Consiglio Comunale, con la stesura di un regolamento comunale per l’esercizio dell’approdo e di una convezione tra l’Ente e l’Associazione per l’affidamento della gestione dell’approdo. Con l’occasione, l’Associazione si impegna a rimborsare annualmente al Comune l’onere finanziario per il rinnovo della tassa demaniale. Purtroppo, a causa delle leggi in vigore al tempo, la convenzione dovrà essere rinnovata di anno in anno con deliberazione della Giunta Comunale

Alla fine dell’anno 1999, in occasione dell’Assemblea ordinaria dei Soci, il Presidente Palma rassegna le dimissioni per motivi di salute e nell’anno 2000 si cambia, in parte, il Consiglio Direttivo e viene eletto Presidente l’Avv. Fontana. Nel corso dei quattro anni di mandato, con un nuovo finanziamento extra da parte dei Soci, vengono sostituiti integralmente i pontili galleggianti con nuove e moderne strutture in uso negli approdi turistici.

All’inizio dell’anno 2004, in occasione dell’Assemblea annuale ordinaria dei Soci, si rinnovano le cariche sociali, il nuovo Consiglio Direttivo sostituisce in parte il precedente e viene eletto Presidente il socio Filippi. L’Amministrazione Comunale in carica, guidata dal Sindaco Prof. Rinangela Faraldi, recepisce in parte le richieste trasmesse dall’Associazione, adegua il regolamento per l’esercizio dell’approdo e rinnova la convenzione con L’ANCORA per la durata di sei anni.

Nei primi mesi dell’anno 2005, viene eletta una nuova Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Pallini, con la quale l’Associazione stabilisce i rapporti. Partendo dall’assunto che la struttura è, a tutti gli effetti, un patrimonio comunale e che, oltre essere indispensabile per un’attività sportiva che interessa giovani e meno giovani, è un impianto di notevole valenza turistica che offre agli ospiti stagionali un punto di riferimento per la fruibilità del mare, si evidenzia ai nuovi amministratori che la struttura stessa necessita di servizi e del potenziamento della sicurezza per i natanti.

Il riscontro è positivo, nel breve periodo, sempre con impegno economico esclusivamente dell’Associazione, si realizza un vasto locale per il ricovero e la manutenzione delle attrezzature, un ufficio ad uso amministrativo e come sala di riunioni, un servizio igienico ad uso dei Soci ed una sede estiva dignitosa e integrata perfettamente nell’ambiente esterno. Con spirito di intesa e collaborazione nei confronti dell’Amministrazione Comunale, peraltro ricambiato, si determina l’inizio di una pratica con la Regione Liguria che, nell’ottica di un potenziamento, abbellimento e messa in sicurezza dei piccoli approdi liguri, stanzia dei finanziamenti per gli interventi di conseguenza. Il Comune di Santo Stefano al mare avvia tempestivamente le pratiche. l’Associazione L’Ancora si impegna per sostenere una parte delle spese, un’altra parte è sostenuta dall’Amministrazione Comunale ed il resto dalla Regione Liguria.

Risultato: all’inizio del 2008 partono i lavori, si raddoppia il piazzale lato levante e si raddoppia la diga foranea. Nel corso degli anni di mandato del successivo direttivo si realizzano le nuove banchine in calcestruzzo, le nuove aree verdi e si posizionano i fari di accesso all’approdo.

Questa è una breve storia che racconta gli inizi e l’evolversi della nostra Associazione. Si auspica che l’impegno, la concordia e la buona volontà degli organi dirigenti sappiano guidare l’Associazione sempre verso i migliori traguardi possibili.

(Storia redatta e ricostruita dal Socio ed Ex Presidente Giacomo FILIPPI)

 

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